Il direttore dell’ente Francesco Giacalone per la seconda volta costretto a denunciare le minacce dei malviventi: "Ci sono tanti palermitani e tanti colleghi che mi sostengono e mi sono accanto"
«Se non avessi deciso di denunciare tutto avrei dovuto cambiare mestiere subito», asserisce con sicurezza Francesco Giacalone, direttore del Teatro Savio di Palermo e reiterata vittima non doma di richieste estorsive, «perché il teatro è uno di quei mestieri che educa alla legalità, è uno strumento di educazione di buone pratiche… se non avessi fatto questo passo avrei dovuto cambiare mestiere mettendomi a fare subito qualcos’altro». Mostrando una singolare consapevolezza della missione etica connessa al proprio compito, non disgiunta dal coraggio dell’onestà e abnegazione al ruolo, il manager culturale parla di virtù preziose tra chi si trovi ad esercitare nel settore della piccola imprenditoria.
La piaga del “pizzo” investe anche il teatro
La richiesta di una tangente in denaro, pena la ritorsione violenta della malavita, non giunge nuova al piccolo ente teatrale gestito dai Salesiani dell’Istituto Gesù Adolescente di Palermo, che sembra scontare la condizione di particolare floridezza economica conseguita a seguito di una gestione amministrativa efficiente con l’interessamento indesiderato della delinquenza organizzata.
Dopo il primo episodio nel 2008, con la richiesta di una mazzetta da mille euro «ho subito informato il mio datore di lavoro, ho raccontato quello che era accaduto e abbiamo deciso chiaramente di andare a denunciare», ricostruisce Giacalone, ancora scosso dall’accaduto ma fiducioso nella risoluzione giudiziaria del caso e sorretto dalla compartecipazione civile: «Per fortuna non sono solo, ci sono tanti palermitani e tanti colleghi che mi sostengono e mi sono accanto, comprese le forze dell’ordine. In questo momento non avverto questo senso di solitudine».
Il mondo del teatro e le istituzioni a fianco del Teatro
Dal giorno dell’aggressione si susseguono infatti le manifestazioni di solidarietà e di stima ai gestori del Teatro Savio, in primo luogo da parte dei colleghi di teatro e spettacolo, degli esponenti pubblici e di tutti i cittadini onesti che ripudiano la prevaricazione ai danni di chi si impegna per svolgere con coscienza un lavoro a beneficio della comunità. Secondo Confcommercio Palermo e Aanec (associazione delle sale cinematografiche consociate) «il comportamento tenuto da Giacalone deve essere da esempio per tutti gli imprenditori che portano avanti le loro attività con sacrificio e passione nel segno di una legalità vera e concreta».
Nella speranza che i comportamenti tenuti in questa vicenda favoriscano l’estinzione definitiva dell’odioso fenomeno estorsivo, è infine utile ricordare la dichiarazione di incoraggiamento del sovrintendente del Teatro Massimo Francesco Giambrone: «L’arte e la cultura sono un’arma potente contro la mafia, e la presenza di teatri, biblioteche e cinema costituisce un baluardo contro la strisciante presenza della malavita nella nostra città. Ci battiamo perché il teatro sia uno strumento di crescita della comunità, di inclusione sociale e di affermazione di valori. Questo episodio dimostra che non bisogna mai abbassare la guardia e che si deve continuare ad andare avanti senza esitazioni. Il Teatro Massimo è vicino al Teatro Savio e a Francesco Giacalone».